Cerca nel blog

domenica 5 luglio 2015

Quei rami del... DELTA DEL PO (2 giugno 2015)

Il Delta del Po è per noi una meta ben conosciuta. Non è molto lontano da casa, e si puo`raggiungere facilmente per lunghe pedalate nella natura o, come questa volta, per gite in scooter sugli argini, fin dove il fiume si butta nel mare aperto.
Premettiamo che il Po attraversa la grande Pianura Padana e prima di raggiungere il mare segna un confine nelle due regioni del Veneto, con la provincia di Rovigo, e dell'Emilia Romagna, nella provincia di Ferrara. Sono due aree che già danno un'idea della vastità del delta. Dal 1999 è insignito come Patrimonio dell' Umanità dall' UNESCO.
Appena superato il primo ponte sul fiume c'è la Grande Bonifica Ferrarese. Già i primi canali idrici affiancano la strada e in lontananza ne vediamo altri. Attraversiamo distese di campi coltivati che in questa stagione d'inizio estate hanno diversi colori, dal verde intenso dell'erba medica al più brunato dell'orzo. 

A mano a mano che ci avviciniamo a Jolanda di Savoia i campi sono allagati, le prime piantine di riso affiorano l'acqua e verranno a maturazione in autunno. Casolari isolati e distrutti dall'incuria ci fanno capire che un tempo si lavoravano intensamente le campagne, terre incontaminate e lontane dal traffico. Ci avviciniamo al Parco del Delta e la prima oasi di verde è il Gran Bosco della Mesola situato nella provincia ferrarese. Il Grande Fiume comincia a ramificarsi, a sud con  il Po di Volano che, con il Po di Goro, forma una Sacca, specchio d'acqua salata protetto da isolotti e lingue di terra formate nei millenni con i detriti portati dal fiume.
Noi arriviamo fino a Gorino, ultimo baluardo a sud dell'Isola della Donzella.  Proprio quella sera ci fermiamo a cena alla Festa del Pesce. Gustiamo un buon fritto misto, sarde in saor e un ottimo guazzetto con cannocchie e gamberi freschi, tutti piatti caratteristici della zona. Non potevamo cominciare al meglio queste giornate in laguna....

Il giorno seguente superiamo il primo ponte di barche che unisce le due sponde del Po di Goro e che segna il confine di regione, infatti nell'altra sponda c'è il Gorino Veneto. Prima di  oltrepassare il secondo ponte di barche è il terzo Gorino, di Sullam. Al di là del Po di Gnocca, Santa Giulia è uno dei tanti piccoli centri del Delta, che si trovano disseminati nelle ampie campagne intensamente coltivate sotto il livello del fiume.  I percorsi stradali sono tutti sugli argini e l'occhio si perde lontano in una ramificazione di canali di sfogo tra le intense coltivazioni di mais e riso. La grande bonifica di queste terre paludose è stata ottenuta con una rete di idrovore che hanno permesso uno sfogo delle acque e un sistema agricolo molto intensivo di tutto il territorio. 

Proseguiamo con lo scooter verso Scardovari e lungo il percorso ne vediamo parecchie di queste opere di archeologia idraulica formata da un corpo centrale in muratura, che richiama gli edifici del primo novecento, da dove partono grossi tubi che arrivano al mare.  Lungo il percorso solo la natura la fa da padrone. Da un lato abbiamo la verde vegetazione di pioppi e ontani che amano avere le radici nell'acqua, dall'altra il mare. In questo ambiente silenzioso si sentono solo le grida dei gabbiani appollaiati su lunghe fila di pali che affiorano dall'acqua. Nell'ampia sacca di Scardovari, simile ad un golfo, si affiancano uno vicino all'altro casette di legno costruite su palafitte per i pescatori. In lontananza si possono vedere anche dei ruderi di casolari sommersi dall'acqua. Ci fermiamo incuriositi ad osservare un intenso lavoro che si sta svolgendo in una radura verso il mare aperto. La raccolta dei mitili e vongole ha richiamato molta gente e noi parliamo con qualcuno di loro. 

Ci raccontano che in questo periodo dell'anno la temperatura mite dell'acqua permette una grande produzione di cozze. Vengono raccolte a mano, pulite sommariamente su delle rastrelliere per poi essere caricate su camion frigo e portate fino in Francia e Spagna. Con un altro pescatore, di poche parole, ascoltiamo il suo lavoro. Egli indossa una tuta con lunghi gambali e ci racconta che  le vongole vengono raccolte dirette in mare dove il fondale è basso, con un rastrello che serve a dissotterrarle. Proseguiamo il nostro giro per entrare nel paese di Scardovari frazione di Porto Tolle. Un agglomerato di case in mezzo a questo ampio delta che vive di pesca e del grande consorzio formato da 1500 consorziati. Fa molto caldo e dopo esserci fermati a bere qualcosa in un bar, continuiamo, e superato il  borgo di Bonelli arriviamo alla spiaggia della Barricata

E' un'oasi turistica molto rinomata in questa zona. C'è un moderno porto turistico occupato da numerose barche, un campeggio e un villaggio turistico, ristoranti e agriturismi. Superato un pontile arriviamo all'ampia spiaggia con sabbia fine e dorata che si protende in mare aperto.
In mezzo a questa vegetazione più variegata, ad attività antiche, silenzi continui rotti solo dai versi di gabbiani e uccelli di palude, borghi isolati, si è arrivati alla modernità e allo sfruttamento del delta per il tempo libero, in questa oasi marina.
Riprendiamo il nostro giro e arrivati alla punta estrema dell'isola della Donzella superiamo nuovamente i due ponti di barche per fare ritorno a Gorino.
Questo percorso che noi abbiamo fatto è solo una minima parte di tutto quello che è il Grande Delta del Po. C'è ancora molto da vedere e scoprire. Di giorni ce ne vorrebbero ancora molti, noi qualcosa abbiamo visto, ma sicuramente ci riproponiamo di visitarlo fino in fondo la prossima volta.

Nessun commento:

Posta un commento